Come gestire i capricci: ciò che ha funzionato per me

Ciò che ogni mamma vorrebbe è un libretto delle istruzioni su come gestire i capricci! Sicuramente è uno degli aspetti più faticosi e stressanti nell'educazione dei nostri bimbi.

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In questo articolo ti parlo di ciò che ha funzionato per me con Francesca, adesso ha 23 mesi e spero funzionerà fino ai 4 anni, dai 5-6 in poi, più o meno, cambiano le modalità di relazione. Nel mio modo di vedere le cose intendo i capricci come manifestazione di un'emozione che il bimbo non è ancora in grado di gestire da solo.  Suddivido queste emozioni in due categorie principali:

  1. L'emozione che scaturisce dalla necessità di soddisfare un bisogno primario.
  2. L'emozione che scaturisce da sentimenti di frustrazione e rabbia per la mancanza di comprensione da parte dell'adulto.

Il mio viaggio verso la scoperta e la messa in pratica di questo sistema inizia intorno all'anno e mezzo di vita di Francesca. A quanto pare il detto: "Bimbo piccoli problemi piccoli, bimbi grandi problemi grandi" è proprio vero e più passano i mesi più mi trovo a gestire nuove situazione sempre più complesse.

Il 18° mese...

Questo è stato il mese in cui ho iniziato ad avere grandi difficoltà, perché la situazione sembrava davvero essermi sfuggita di mano. Regnavano, strilla, urla, oggetti che volavano, scenate sul pavimento con crisi di pianto e nervi... insomma per una madre un vero e proprio incubo. 

Questo è stato il periodo in cui è iniziato il distacco da me e quindi le prime manifestazioni della sua volontà.

Per cercare di gestire al meglio questa situazione ho iniziato a leggere dei libri veramente interessanti e la cosa ancora più interessante è che applicando le indicazioni che leggevo ho ottenuto dei risultati incredibili.

Uno perché mi sono messa in discussione come genitore e due perché la conoscenza fa veramente la differenza e l'istinto di mamma non basta.

Il giacchino rosso

Ricordo un episodio in particolare da cui ho realizzato che dovevo fare qualcosa per prendere in mano la situazione.

Una mattina, intorno alle 9.30, come ogni mattina avevamo fatto tutte le nostro cosine: cambio pannolino, colazione , gioco e vestizione prima di uscire per recarci al parco. Quel giorno però le cose non sono andate così lisce... NO PER NIENTE! Nel momento in cui stavo per infilarle il suo giacchino rosso Francesca inizia a dare il "meglio di se", con urla, strilli, mi menava fino a buttarsi in terra in un pianto disperato tanto che mi sono preoccupata perché pensavo stesse male non capendo la ragione di quel comportamento.

Finita la scenata ho realizzato che le cose dovevano cambiare perché non potevo lasciare gli eventi al caso sia per me e mio marito ma sopratutto per Francesca, perché sapevo anche se ancora non avevo codificato come, che c'era un modo corretto per gestire quei comportamenti.

Questo particolare evento, anche se non è stato l'unico, mi ha spinta ad analizzare e ricercare le cause di questi atteggiamenti e sopratutto come gestirli. Devo dire che è stato necessario un po' di tempo e alla fine ho capito e da lì tutto è cambiato.

Ho capito che a far scatenare tutta quella rabbia era il senso di frustrazione che Francesca sentiva per non essere stata capita e compresa. Lei voleva esprime semplicemente la sua preferenza, la sua volontà.

Gestire i capricci

Il segreto per gestire i capricci è lasciare che le emozioni del bambino fluiscano, che il genitore accetti ciò che il bambino sta vivendo e manifestando senza provare a sua volta sentimenti negativi e aiuti il bambino a gestire le sue emozioni non andando a reprimerle dicendo per esempio: non urlare, non piangere, non fare così, non mi piace questo comportamento ecc.

è importante, quindi, aiutare il bambino a tirare fuori le propria emozioni, per esempio, parlando di quel sentimento e di quella situazione. Questo fa si che i due emisferi celebrali , parte destra emozionale e la parte sinistra razionale, comunichino trovando un equilibrio che permette al bimbo di superare l'evento, e lo stesso identico meccanismo per superare le paure.

Un ulteriore aspetto è aiutare il bambino, a seconda dell'emozione che sta vivendo, a raggiungere ciò che vuole o aiutarlo ad accettare di non poter ottenere qualcosa.

La chiave di tutto questo è l'empatia. Per esempio quando il papà la fa arrabbiare, perché le lava le mani e lei non ha voglia, Francesca viene da me piangendo e indicando il padre. Io invece di dirle di smettere di piangere uso più o meno questa modalità:


Io: "Papà ti ha fatto arrabbiare?"  
Francesca: Uh uh, ssshi (si)
Io: "Perché ti ha lavato le mani? E tu stavi giocando e non volevi"
Francesca: sshhi
Io: "Capisco, giocare e molto meglio che lavarsi le mani, adesso però ti vedo meno arrabbiata vero amore di mamma?"
Francesca: Ride, mi abbraccia e torna a giocare con il papà.


Prova perché è una vera e propria magia. 

Conclusione

Gestire i capricci, gestire le emozioni dei bambini è impegnativo, in termini di attenzione di tempo e pazienza. Ogni situazione è diversa, ogni bambino è differente e il metodo va tarato , sulla situazione, sul bambino e sulla mamma.

Una cosa però è certa, ne vale la pena! Verrai ripagata di tutto il tuo impegno ma chi ne otterrà i benefici maggiori sarà il tuo bambino o la tua bambina perché starai insegnando attraverso l'esempio l'intelligenza emotiva, ossia riconoscere i propri sentimenti e quelli degli altri. Ricorda che azioni compiute oggi saranno il risultato di domani.

Lascia qui sotto il tuo commento e se vuoi la tua esperienza su come gestire i capricci.

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Chiara Ferrarese
 

Mamma, moglie, ricercatrice, ho studiato psicologia dell'età adulta ed ora mi sto specializzando nello studio dell'età evolutiva. Voglio condividere la mia esperienza e la mia conoscenza e vorrei che tu condividessi le tue esperienze e le tue conoscenze con me, da mamma a mamma, perché l'unione fa la forza e chi ne trarrà il maggiore beneficio saranno i nostri figli!

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